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Noi architetti dobbiamo cercare di realizzare edifici, anche pubblici, che ti facciano sentire come a casa, a proprio agio. Un sentimento che spesso non consideriamo. La modernità guarda al passato e a una sostenibilità che esisteva per necessità ma rivedendo materiali e tecnologie”. È un messaggio che apre al costruire moderno dando spazio a nuove forme e materiali tradizionali quello che l’architetto Benedetta Tagliabue, famosa in tutto il mondo per aver firmato importanti progetti come il Parlamento Scozzese a Edimburgo e il Mercato di Santa Caterina a Barcellona, ha lanciato ieri pomeriggio dall’Università Politecnica delle Marche, ospite dell’incontro organizzato da Diasen e dedicato a “L’architettura della pluralità. Colore, forma, struttura: i materiali del progetto contemporaneo”.

L’architettura – ha aggiunto – può essere di grande utilità anche sociale. Oggi la sostenibilità è un tema di coscienza: quello che si fa rimane nel tempo, ha un’impronta, un’influenza che dobbiamo cercare di rendere positiva”. Un evento molto partecipato organizzato da Diasen, azienda di Sassoferrato leader nella produzione di materiale per l’architettura sostenibile, con la rivista The PlanArchitecture Magazine e la Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura dell’Univpm, che si è tenuto nell’Aula Magna della Facoltà di Agraria. “Dopo l’esperienza del Covid le persone vogliono investire in benessere e bellezza per le loro abitazioni – spiega Diego Mingarelli, presidente di Diasen – vogliono curare gli spazi dove trascorrono gran parte della vita. L’uso di materiali innovativi, espressione di una tradizione secolare e mediterranea del costruire, possono dare nuova linfa a un’idea di comfort e bellezza sempre più centrali per un’architettura di qualità. Oggi abbiamo avuto l’onore di ascoltare Benedetta Tagliabue che ci ha regalato esperienze, emozioni e suggestioni in cui il bene e il bello delle persone diventa spazio, forma e concetto”.

Strutture, forme, materiali e colore. Tutto concorre alla progettazione di un nuovo concetto di costruire e abitare il cui asse ruota attorno alle dinamiche materiche del Costruire Mediterraneo; un punto di vista in cui si incontrano le caratteristiche di materiali naturali come sughero, la calce e la pietra pomice, con gli aspetti tecnici e di design per raggiungere comfort abitativo, sostenibilità e bellezza. Su questa linea di pensiero Diego Mingarelli ha, inoltre, sottolineato come “l’architettura di Benedetta Tagliabue coi i suoi elementi di contaminazione, creatività, connessione e inclusione rappresenta, per un’azienda come Diasen una fonte di ispirazione per tenere insieme comfort e bellezza attraverso l’etica e l’estetica dei materiali”.

Come Università Politecnica delle Marche – ha sottolineato Gianluigi Mondaini, docente di Composizione Architettonica e Urbana all’Univpm – siamo felici di aver ospitato l’architetto Tagliabue, una delle figure più prestigiose a livello internazionale nella progettazione di edifici e spazi per l’uomo e la collettività. Con il suo lavoro rappresenta una delle massime espressioni della cultura progettuale dei nostri tempi, esemplificativa di un approccio all’architettura e al mondo delle costruzioni che mette a sistema ingegno, tecnica e poesia, per dare forma a spazi emozionali, innovativi e sostenibili”.

All’evento hanno preso parte anche il rettore Gianluca Gregori, Viviana Caravaggi Vivian e Stefano Capannelli, rispettivamente presidenti dell’Ordine degli Architetti e dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ancona, le architette Chiara Ternullo (Ternullomelo Architects) e Silvia Vespasiani (Area Lavori Pubblici e Paesaggio) e l’ingegner Claudio Tombolini (Ora Ingegneria e Architettura).

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