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Costruire Mediterraneo, una filosofia del comfort abitativo che coinvolge più di 800 professionisti da tutta Italia. Il webinar si è svolto nel Teatro Massimo nella splendida cornice della città di Cagliari. L’iniziativa ha mirato a fornire validi aspetti architettonici legati all’uso innovativo di materiali tradizionali, sia quelli squisitamente tecnici, compresi i temi legati alla prevenzione di danni e ammaloramenti, cui possono andare incontro i manufatti edilizi. Un focus particolare “sull’isolamento termico e  acustico”, uno dei temi principali che toccano gli aspetti sia del Costruire Mediterraneo sia  delle condizioni climatiche tipiche dell’area mediterranea. 

L’evento si è svolto nell’ambito dell’ottava edizione del Festival delle Officine Permanenti, dedicato quest’anno al Caos ed è stata un’intuizione davvero originale e stimolante discutere di architettura e di bioedilizia, ovvero di temi legati all’ordine geometrico delle cose in una rassegna incentrata sulla creatività magmatica e misteriosa del disordine. Un’iniziativa nata dalla collaborazione di diversi protagonisti: l’Ordine degli Ingegneri di Cagliari, la rivista di architettura The Plan, Diasen, Maggioli Editore, con il patrocinio di Confindustria Sardegna. I lavori del Convegno sono stati aperti dall’ing.Sandro Catta, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari e grande estimatore delle soluzioni Diasen, che ha ricordato come le sinergie professionali tra progettisti e imprese siano un elemento fondamentale per affermare una nuova sensibilità del costruire sostenibile. Una linea di pensiero condivisa dall’arch.Michele Casciu, Presidente dell’ordine degli Architetti di Cagliari e provincia, che ha rimarcato la trasversalità generazionale dell’interesse verso la sostenibilità nel mondo dei professionisti e la necessità di immaginare un modello di Costruire Mediterraneo capace di assorbire e valorizzare la specificità dei luoghi e l’originalità di ogni singolo intervento finalizzato alla progettazione di ambiente confortevoli e vivibili. Daniela Ducato, Presidente del WWF Italia, ha ricordato l’esperienza straordinaria ed emblematica di Diasen e del suo Presidente Diego Mingarelli nel grande movimento dei Green Heroes italiane; esperienze vere, “contagiose” e certificate dal Kyoto Club. Secondo Daniela Ducato essere Green Heroes significa “produrre insieme pensiero e caos, aiutarsi reciprocamente, generare brainstorming, alimentare economia circolare e fare impresa insieme”. Diego Mingarelli, Presidente di Diasen ha sintetizzato la strategia dell’azienda e del suo sogno in un duplice legame sintetizzato dalla scelta del sughero: amore per la Sardegna e attualizzazione della tradizione del Costruire Mediterraneo; elemento che hanno consentito a Diasen, azienda BCorp dal 2017, di essere un soggetto anticipatore nella transizione dalla chimica di sintesi alla chimica verde ed ecocompatibile; un processo complesso che, come ricordato da Mingarelli, ha richiesto “tanta tecnologia, tanta fatica e tanto lavoro”. E in questo impegno il sughero, per Diasen, ha rappresentato non solo una scelta tecnologica di differenziazione ma anche la relazione con una comunità di lavoro marginale, con un sentimento del tempo e dell’attesa e con un materiale che consente di percorrere la linea del comfort abitativo. Nel suo intervento dedicato all’impiego di materiali sostenibili nella progettazione architettonica Gianni Massa, Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e deus ex machina delle Officine Permanenti ha evidenziato le grandi opportunità offerte dalle politiche europee di rigenerazione delle città e di ristrutturazione del costruito; politiche di indirizzo necessarie ma non sufficienti perché non si può pensare un edificio in termini di involucro edilizio ma va immaginato nella sua architettura, nel suo disegno, nella sua identità e in una continua sovrapposizione di linguaggi. Serve un’estetica dell’edificio e non un semplice “cappotto”.


Più strettamente tecnico l’intervento del Patologo edile Marco Argiolas che si è soffermato sulla centralità del sughero e della calce nella prevenzione delle patologie degli edifici generate dall’azione dell’acqua e dell’umidità. Un intervento nobilitato da un rimando biblico alla purificazione dalle muffe contenuto nel libro del Levitico in cui il Creatore si rivolge a Mosè raccomandando l’uso di calce per igienizzare e restituire a un buon uso gli ambienti domestici. Il Presidente della Sezione Sughero della Confindustria Sardegna Sebastiano Colla ha focalizzato il suo intervento sulle dinamiche che coinvolgono la filiera del sughero, a partire dagli effetti delle alte temperature estive che complicano il distacco della corteccia, dalle carenze di personale in grado di realizzare la decortica del sughero.

In controtendenza Colla ha sottolineato il ruolo dell’edilizia nell’economia di un settore fortemente focalizzato sulla produzione di tappi per l’imbottigliamento del vino e il fatto che le sugherete sarde sono le più giovani in Europa, fatto che rende utilizzabile, sempre nell’edilizia, anche il cosiddetto sugherone, quello che si ottiene con la prima decortica dopo 25 anni. Il professor Costanzo Di Perna, dell’Università Politecnica delle Marche, ha incentrato il suo intervento sulla necessità di costruire un collegamento tra risparmio energetico e comfort termoigrometrico degli edifici, specie nei regimi estivi dell’area mediterranea in cui la protezione dal caldo rappresenta la principale sfida climatica dell’area. Il professor Di Perna ha posto l’esigenza di superare una impostazione progettuale che è di tipo prescrittivo e non prestazionale, a partire dal premiato della trasmittanza termica e delle classi energetiche che spesso mettono in secondo piano le esigenze di vivibilità e di comfort.

L’intervento di Barbara Porru, Presidente del Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari e Presidente di Piccola Industria Confindustria Sardegna si è sviluppato guardando all’orizzonte dell’Agenda 2030, ovvero al ruolo e alla responsabilità delle imprese e dei produttori nel concorrere a una politica strutturata di sostenibilità basata su tre pilastri: tutela ambientale, inclusione sociale e crescita economica.

I lavori del Convegno dedicati al Costruire Mediterraneo si sono conclusi con l’intervento di Simone Sonaglia, R&D and Technical Director di Diasen, che ha spiegato la “formula” del Costruire Mediterraneo, basata sulla lezione del grande architetto romano Vitruvio secondo il quale ogni buona costruzione si basa su un giusto equilibrio di solidità, utilità e bellezza e sulla combinazione dei diversi elementi che compongono il comfort di uno spazio abitato: comfort termico, igrometrico, acustico protezione dal fuoco e sicurezza strutturale. Un confronto serrato, durato quasi tre ore, che ha appassionato i presenti e le centinaia di professionisti che hanno seguito a distanza i lavori offrendo una panoramica approfondita e dettagliata delle possibili risposte che i professionisti sono chiamati a dare in situazioni climatiche tipiche dell’area mediterranea.